Tornare viva dalla guerra: la mia prima volta sul palco


Cinque anni fa la nostra allieva Nayade debuttava in teatro, queste le sue sensazioni di allora che ci appaiono, ancora oggi, preziose per chi ancora non ha calcato la scena.

Buona lettura.

 

 

E quasi dopo un mese mi sono decisa a scrivere due parole sulla mia prima volta sul palco… Cosa dirvi? L’ho vissuta così, come una PRIMA VOLTA. E come tutte le prime volte, fa un po’ paura, incuriosisce, ti chiedi se sarai all’altezza, ti chiedi se dovresti essere lì o avresti fatto meglio a fare un corso di macramè, ti chiedi, ti chiedi…

Ma finalmente arriva il 13 maggio, quella data che vedevi tanto lontana e per cui hai fatto tante prove e sinceramente ero contentissima che fosse arrivato il giorno. A differenza delle prove che non ho vissuto sempre in un modo tranquillo, forse perché ho sempre odiato il mio personaggio che invece, all’improvviso, ho amato nel momento dello spettacolo!
Era come se mi fossi rifiutata di guardarla e improvvisamente ci fossimo guardate agli occhi e ci fossimo capite!

Uno dei momenti più belli è stato prima dello spettacolo, quando eravamo tutti insieme a rilassarci, a respirare, sentire il gruppo…

E potrei raccontare tante cose su quest’anno di teatro, del gruppo, dei proff, di quanto mi ha dato, e quanto mi abbiano fatto sentir viva, ma mi hanno detto di raccontare le sensazioni del palco, e sarà meglio che cominci…

Il palco: amore a prima vista; ma è possibile? Sarò davvero io a camminare su quel legno che suona ad ognuno dei miei passi? E quelle luci calde, ma di un caldo accogliente, illumineranno me ed i miei amici?! Mi sento come una bambina davanti a Disneyland…

E si apre il sipario, sento una mia compagna recitare, lo spettacolo è cominciato! Ancora non ci credo… cerco un mio posto tra quelle quinte strette, non so dove mettermi, tra breve devo uscire! Sono stati i tre secondi più lunghi mai vissuti… mi rendo conto che sono fuori, le calde luci accoglienti si sono trasformate in un forno e, anche se non vedo nessuno, sento degli occhi anonimi puntati su di noi…E mi rendo conto che quella gente si aspetta che io parli (mannaggia, perché non ho fatto un corso di mimo? altro che macramè…) ed io, che di solito non sono una che si aspetta di essere ascoltata, ancora un po’ stupita della nuova situazione, dico le mie prime parole forse un po’ troppo velocemente per farlo passar presto… lo so, non si fa… ma così è andata… Ma la cosa migliore è stata l’uscita… con quella caduta improvvisa! Stranamente mi ha fatto divertir tanto, rilassarmi, e da quel momento in poi ho iniziato a divertirmi, e tanto! Alla fine dello spettacolo ero proprio a mio agio.

Ma non è stato solo quando ero io sul palco. Seguire i tuoi compagni, ascoltarli dietro le quinte, dir le battute mentalmente con loro, perché le hai sentite talmente tante volte che le sai anche te… Rispondere alle domande di quelli non usciti ancora: Allora com’è? Si vede la gente? E ti guardano come se fossi tornata viva da una guerra… allora c’è speranza!

Riassumerei il tutto in praticamente 6 secondi… i primi 3 interminabili, in cui vedi l’abisso ma una volta che ti butti cominci a volare; gli ultimi 3 secondi, quando è finito lo spettacolo, te ancora voli ma è il momento di atterrare… scendi e quegli occhi prima anonimi ora si mostrano affettuosi con facce e corpi conosciuti.

E per finire, la parte più bella: gli abbracci con i tuoi compagni ed i proff (a qualcuno è toccato pure prendermi al volo…) tutti sorridenti e ancora increduli che tutto sia passato così velocemente.

A me rimane un sapore dolceamaro, la gioia e la tristezza che il sipario si sia chiuso, e con quello i giovedì sera a lezione alla Officina Teatro ‘O.

 

Nayade

 

Officina Teatro ‘O – scuola di teatro dal 1996

 

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