“Vorrei morire. Eppure continuo a mangiare, a dormire, ad avere paura. Mistero, ridammi quello che era mio, l’immaginazione, le storie, il sapere senza aver vissuto. Dammi mondi nuovi, una storia, dammi una danza! Spiana quel solco che mi separa il cervello. Dammi i sogni, quelli veri, quelli che si fanno di notte. Io non voglio la realtà, VOGLIO LA VITA!”
"La verità? Che cos'è, la verità?"
Mosca è una scatola tetra e fredda, fatta di presenze inquietanti che si muovono sibilline, emettendo suoni demoniaci che fanno nascere brividi gelidi lungo la schiena.
L’uomo che è stato ingordo di conoscenza, cerca arrogantemente di razionalizzare anche le sue paure più oscure.
Ma ci sono brividi viscerali che non si possono soffocare..
“Non è uno straniero…non è uno straniero..”
Ride istericamente il Demonio di fronte alle tronfie lezioncine di storia di letterati annichiliti anche dalle storie…ma lui era nella storia, c’è sempre stato.
Era nell’orecchio del boia a suggerire una frustata in più; era nella mente del Procuratore, serpente, ad ogni passo della sentenza.
E la platea sobbalza ad ogni frustata, rabbrividice ad ogni risata e si sente morire di terrore ad ogni soffio di veleno.
Ma il pubblico vuole sapere. Vuole conoscere la realtà.
Il mondo è un bunker con porte a scomparsa e scritte col gesso sui muri. I personaggi entrano ed escono come all’interno di un gioco, comandato da un burattinaio sarcastico impossibile da raggiungere.
E non è forse questa la perenne ricerca della verità? Ma poi cos'è, la verità?
Ad ogni apparizione dei tre menestrelli del male, i personaggi sanno che qualcosa di tremendo li investirà, e tu con lui, caro spettatore. Se ti nascondi, loro ti troveranno; se proverai a fuggire, loro ti ghermiranno e danzeranno intorno a te come posseduti, canteranno nenie o urleranno istericamente, e ti sembrerà di perdere la testa.
Quale modo migliore che usare il sovrannaturale per svelare il reale?
“L’umanità ama i soldi, non importa di cosa siano fatti: di pelle, di carta, bronzo o oro. Sono frivoli….che farci…”
Sentili come gridano e reagiscono, ora divertiti, ora con stupore, ora con terrore, quando la carta straccia si trasforma in denaro e i vestiti delle signore in abiti nuovi e scintillanti….volano teste, lo sgomento è totale, ma il Professore non si scompone.
Lui cerca Margherita.
Margherita, donna malinconica, logorata dall’abbandono del Maestro – quella ruga sul viso… – ma forse ancora di più dal vedere il proprio uomo sopraffatto, inerte, incapace di reagire anche contro le critiche di cialtroni superbi.
Margherita ha lo sguardo triste – “Il più triste che abbia mai visto” – ma è disposta a tutto pur di rivedere il suo amato, anche affrontare la notte più buia; regina al fianco di Satana.
Il volo della strega: ah quale onirica catarsi!
Un’altalena sulla città, su cui Margherita ad ogni spinta acquista forza, potenza, rivolta. La donna che per troppo tace e subisce, rischia di spezzarsi le corde vocali quando poi esplode il suo grido di ribellione.
Nuda e statuaria. <Invisibile e libera! Invisibile e libera!>
“Perdonami e dimenticami il più presto possibile. Ti lascio per sempre. Non cercarmi, sarebbe inutile. Sono diventata una strega. E’ giunto il momento. Addio. Margherita.”
Non ci dovrebbero essere donne con tristi fiori gialli. non ci dovrebbero essere donne che aspettano. Nè pagine sbruciacchiate conservate come cimeli di una persona che dimentica il suo nome, tanta è la voglia di sparire e lasciarsi morire lentamente.
Sfilata di anime dannate…. “Sangue!” “Arriverà presto, messere”
Uno sparo, il cuore sfilato dal petto, spremuto in una mano a riempire il calice. Margherita piange ma non si spezza, sopporta e non si lamenta, “E’ riuscita a superare anche questa prova” ghigna soddisfatto il Signore delle tenebre con la sua schiera di diabolici clown.
Deve pretendere, non chiedere ciò che le è stato promesso, le preghiere sono per un altro dio.
Ma può la pietà bastare all'amore?
Dio concede il riposo degli amanti, il Diavolo non concede, ti porge il coltello e lascia scegliere….diabolico, verrebbe da dire.
“Ma il mondo è anche mio! Mia la libertà, mia la rivolta.”
Il teatro è poesia che esce dal libro per farsi umana.
Viva il teatro.
Teatro Metastasio – 9 Dicembre 2018
“Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov
Riscrittura di Letizia Russo
regia Andrea Baracco
con Michele Riondino nel ruolo di Woland
Francesco Bonomo (Maestro/Ponzio Pilato) e Francesca Rossellini (Margherita)
Alessandro Pezzali (Korov’ev)
Giordano Agrusta (Behemoth)
Carolina Balucani (Hella/Praskov’ja/Frida)
Caterina Fiocchetti (Donna che fuma/Natasha)
Francesco Bolo Rossellini (Berlioz/Lichodeev/Levi Matteo)
Oskar Winiarski (Ivan/Jeshua)
Michele Nani (Marco l’Ammazzatopi/Varenucha)
Diego Sepe (Caifa/Stravinskij/Rimskij)